La Storia
L’agriturismo la Luna vive in una vallata ricca di storia e tradizione.
Il nucleo piu’ antico della zona e’ Spescia il cui toponimo si pensa derivare da specus, ossia luogo nascosto. Le prime testimonianze dei reperti in ceramica risalgono, secondo Domenico Mambrini, a 3000 anni prima di Cristo mentre i ritrovamenti in forma scritta al 1142. Si parla di queste terre anche negli Annali camaldolesi nel 1330 e nella Descriptio del cardinale Anglico de Grmoard, nel 1371. Luogo di confine e area di passaggio tra Romagna e Toscana per i banditi, i fuorusciti, i contrabbandieri e i disertori, il castello di Spescia dopo l’introduzione delle armi da fuoco perde di importanza e passa prima alla famiglia Nanni e poi ai conti Gentili ai quali appartiene ancora la cappella. Nel 1404 queste terre entrano nell’orbita della Repubblica di Firenze, che toglie il castello ai feudatari locali creando un comunello governato dai capifamiglia ed aggregato alla podesteria di Galeata fino al 9 maggio 1811, quando i comunelli vengono soppressi da Napoleone con l’istituzione del comune autonomo di Santa Sofia. Ora l’antica chiesa di Spescia, dedicata ai santi Fabiano e Sebastiano, e’ stata trasformata in una abitazione privata.
A Camposonaldo viene ricordato a meta’ del Cinquecento un ospedale per i pellegrini e i piu’ poveri. Qui la famiglia Naldini apre uno stabilimento per la bachicoltura e numerosi i poderi, da Monterosso e Montebianco, ai Calci, agli Orsetti, a Gorgamaggio a Poggiolino, a S. Vitale e, naturalmente agli Spini, oggi trasformato in un moderno e confortevole agriturismo. Il vecchio tracciato della mulattiera comunale ha il suo quarto d’ora di notorieta’ con l’arrivo del duce, accompagnato dal sottosegretario Leandro Arpinati, dal podesta’ di Santa Sofia Rodolfo Giorgi e da altre autorita’ comunali. Il 18 agosto 1929 Mussolini, immortalato da uno scatto fotografico in possesso del maestro Ezio Fabbri, raggiunge a piedi la zona per assistere alle manovre militari in essere nell’area Montebianco – Monterosso con tiri di artiglieria verso la Rondinaia. Dieci anni dopo, il 20 agosto 1939, si inaugura la nuova strada comunale. In quegli anni il podere Spini fa parte dell’immensa proprieta’ della famiglia Pagani e, in particolare quelle dell’ingegner Filippo Pagani, proprietario di piu’ di 40 poderi in Romagna Toscana, accumunati dal coloro rosso mattone dell’intonaco esterno. Illuminato da uno spirito attento al progresso tecnico scientifico, l’ingegnere introduce nelle sue aziende macchine agricole per lavorare accuratamente i propri terreni e apre una filatelia in cui trovano lavoro circa 40 donne del luogo. Nominato podesta’ nel 1931, dimostra inoltre buone capacita’ amministrative: durante il suo mandato prendono il via infatti i lavori dell’acquedotto di Spinello, della strada per Camposonaldo, la ricostruzione dell’acquedotto intercomunale S. Sofia – Galeata – Civitella e l’accensione di mutui per la ricostruzione dei cimiteri del capoluogo e delle frazioni distrutti dal terremoto del 1918.
Dopo essere stati lavorati ed abitati dalle famiglie Gelmetti, Bardi e Batani negli ultimi anni, ora gli Spini possono diventare una delle strutture turistiche per l’ospitalita’ turistica piu’ moderne in tutto l’alto Bidente.
Scritto da Oscar Bandini ed Ezio Fabbri